Chiesa della Natività di Maria Vergine

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Scheda Storica

L’intitolazione della parrocchia di Albettone alla Natività di Maria Vergine appare verso la metà del Quattrocento: nell’anno 1452, infatti, nella relazione della visita pastorale del vescovo Barbo viene citata la nuova chiesa, soggetta alla pieve di Barbarano.
Purtroppo non abbiamo notizie sulla sua struttura iniziale, ma ci viene in aiuto la cartografia. Il sacro edificio, come si evidenzia da una mappa del 1693 e da quella del catasto austriaco, aveva la classica orientazione delle antiche chiese: la facciata rivolta ad occidente e l’abside disposta ad oriente; attorno ad essa poi sorgevano il campanile sul fianco nord, la canonica e il cimitero verso il pendio del Castellaro.
Probabilmente l’interno era ad un’unica navata con un piccolo presbiterio sopraelevato e con un altare di legno; adiacente all’abside doveva trovarsi la sacrestia con a fianco l’abitazione del parroco.
Dalle successive visite pastorali dei secoli XVI e XVII veniamo a sapere che la chiesa aveva quattro altari (il maggiore e il più antico, dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria; gli altri, intitolati alla Beata Vergine del SS.mo Rosario già esistente nei primi decenni del Seicento, a San Bernardino e Brigida eretto nel 1718, a Sant’Antonio da Padova documentato nella visita vescovile del 1685), un fonte battesimale ed era officiata da un rettore nominato dal vescovo di Vicenza.

Nell’Ottocento, le precarie condizioni della vecchia chiesa parrocchiale resero necessaria l’iniziativa del parroco don Pietro Dall’Olmo di costruire l’attuale chiesa dedicata alla Natività di Maria. Inizialmente si era pensato di ingrandire la vecchia chiesa, ma ben presto questo progetto venne messo da parte poiché prevalse la proposta di edificare un nuovo edificio. Pertanto si affidò l’incarico di redigere il progetto esecutivo all’architetto Federico Castegnaro di Vicenza e il 7 novembre 1869 venne posta la prima pietra della nuova costruzione. I lavori procedettero con tale rapidità ed entusiasmo che, dopo 14 mesi, il 19 gennaio 1871 la nuova chiesa fu benedetta ed aperta al culto.

Nel 1929 il parroco di allora don Marco Maraschin inviò una lettera al vescovo Rodolfi riportando che “la chiesa è in stile lombardesco: la navata è di m. 24×12 e il coro di m. 12,30×6. Ha annesso un capace oratorio e sacrestia. Ha cinque altari: il maggiore in pietra bianca, gli altri in marmo. L’oratorio ha pure il suo altare in legno con statua di San Luigi. L’altare maggiore venne consacrato insieme con la chiesa il 23 settembre 1923. Poi ci sono: l’altare del Rosario con la statua di Maria Vergine di Lourdes; è in marmo di Fongara e pietra bianca; l’altare, dedicato a Sant’Antonio di Padova con statua, è in marmo di Fongara e pietra. Questi due altari, in buon stile barocco, erano della chiesa vecchia; l’altare di Maria Bambina in marmo bianco di Carrara e pietra bianca; in stile barocco ma pregevole. Nel tondo c’era la statua di Sant’Anna con Maria Bambina; l’altare del Sacro Cuore di Gesù con statua; in marmo bianco di Carrara, eretto nel 1923. In chiesa vi è un organo espressivo costruito nel 1901 dalla ditta Zordan di Cogollo, in buono stato di conservazione. Unito alla chiesa, dalla parte di mattina, c’è il campanile, eretto dal parroco Faggion nel 1844: è alto m. 40 e porta quattro campane, tre grosse in concerto, una più piccola per richiamo. Sul campanile c’è pure l’orologio con suoneria a meridiana, costruito nel 1909 dalla ditta Cesare Fontana di Milano”.

La chiesa parrocchiale oggi è così descritta nel fascicolo “All’ombra del campanile”, n. 22, edito dal settimanale diocesano “La Voce dei Berici”: “… si distingue per una candida facciata tripartita da lesene corinzie; in ogni intecolumnio due nicchie centinate, l’una sopra l’altra, ospitano statue di santi: Pietro e Paolo apostoli, Giovanni Battista e Luigi Gonzaga; al centro della facciata, si apre un portale ad edicola, preceduto da una gradinata, e sopra, in asse, un bel rosone circolare; la sommità è coronata da un fastigio emisferico affiancato da volute e da due acroteri. Sul lato destro della chiesa si erge il campanile.

All’interno lo spazio si presenta come un’aula unica su cui si affacciano quattro cappelle laterali e l’abside; le campate sono scandite da lesene dipinte a finto marmo che si concludono con raffinati capitelli corinzi. Un cornicione aggettante percorre la sommità delle pareti alla base della volta del soffitto. I sottarchi di accesso alle cappelle e le porte laterali sono decorati con elementi di gusto classico.
Il presbiterio è introdotto da un grande arco trionfale che inquadra prospetticamente l’abside sulla cui parete di fondo cinque nicchie di varia grandezza ed altezza permettono di intravvedere le canne dell’organo. In alto, tra le due nicchie maggiori, campeggia la bella pala centinata raffigurante la Trinità tra due santi. Padre, Figlio e Spirito Santo sono proposti secondo l’iconografia di origine nordica del “Trono di Grazia” con il Padre che sorregge e presenta il Figlio in croce e lo Spirito Santo sotto forma sotto forma di colomba. Interessante è inoltre la figuretta in ginocchio, forse il committente, che raccoglie in una coppa il sangue di Cristo. La pala è del 1632, data riportata nel cartiglio alla base della croce. L’altare maggiore, in pietra scolpita, è in lineare stile neoclassico. Il presbiterio si conclude con una cupola affrescata con l’immagine della Vergine e alla base, sui quattro pennacchi, le allegorie delle Virtù cardinali. Presso le cappelle laterali vi sono gli altari: dedicati alla Vergine (XVII secolo) e alla Madonna del Rosario (1696) sulla parete sinistra; a San Luigi Gonzaga (XIX secolo), a Sant’Antonio da Padova (1718) e al Sacro Cuore (1923) presso la parete destra.

L’altare della Vergine è un pregevole esempio di fantasioso stile barocco che sembra la risultanza di almeno due diverse maestranze. Il paliotto e il tabernacolo sono in marmo rosso con profili e sculture realizzate in un bellissimo marmo candido. Gli elementi scolpiti sono eseguiti con una raffinatezza e una perizia tecnica avvicinabili per fattura all’altare maggiore di Pianezze del Lago. Degna di nota è la cornice della nicchia con la statua della Madonna: vi sono scolpiti, tra cortine di nuvole, una coppia di angeli e cherubini reggenti una corona di fiori per la Madonna”.